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[fanfiction e originali] Titoli a Catena

Ultimo Aggiornamento: 26/03/2021 12:48
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Giudice****
17/03/2021 20:27
 
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1° posto: Cuore di Tenebra – BessieB



Grammatica: 9,89/10

La storia è molto cospicua, eppure niente di negativo la contamina. Anche la punteggiatura è stata usata in maniera impeccabile. Per questo ti faccio i miei più vivi complimenti poiché, trattandosi di un testo molto lungo, un'interpunzione sbagliata avrebbe reso la lettura tutt'altro che scorrevole. Brava!
Ti sono però scappate due cosucce:
- […] potrebbe essere il talento letterario che sta cercando tre anni (da quando Asteria è sparita nel nulla) […] → […] che sta cercando da tre anni […] (-0,01 pt).
- Draco sospira, passando le mani sulla carta: quando è stato stupido, rinchiudersi in ufficio per leggere la sua ultima lettera? → quanto (-0,10 pt).

Stile e Lessico: 9,20/10
Fin dall'inizio è stato chiaro che lo stile che hai deciso di adottare, così come il contenuto della storia, tendesse alla poesia. Mi piacciono molto i testi che si avvicinano ai componimenti poetici, che usano delle forme strutturali e lessicali abbastanza lontane dall'uso quotidiano. Tutti quei che, quel mai (“E lui mai. Mai ha guardato Asteria sapendolo, intuendolo, indovinandolo […]”) e quell'allora (“Non so perché mi sia entrato dentro in questa maniera così lontana da ogni spiegazione, da ogni comprensione, ma semplicemente l’ha fatto e allora. Allora come fare a continuare a resistere […]”) interrotti dal punto fermo e poi ripresi... sono stati davvero molto d'impatto e non hanno mai stonato.
Mi è poi piaciuto che a inizio storia, ancor prima del titolo, ci fosse un piccolo stralcio di testo che, solo in seguito, si scoprirà essere ripreso dall'epilogo della trama. Anche questa è stata una scelta che ho trovato molto d'impatto, così come ho apprezzato la tua decisione di estrapolare pezzetti della lettera scritta da Astoria per Draco per poi disseminarli qua e là, inserendoli tra le righe riguardanti i pensieri tormentati di Malfoy.
Per quanto riguarda le citazioni, solitamente l'uso di parecchi richiami non mi fa impazzire, benché questi possano adattarsi perfettamente alla trama. Se ho trovato azzeccatissima la citazione presa da “Cuore di Tenebra” di Joseph Conrad, non tanto ho in seguito gradito le successive estratte dal testo di Irama, specie verso fine lettura, trovando che andassero a spezzare un po' troppo la continuità della storia che, già di per sé, viene interrotta dal fatto che non si tratta di un testo unico, ma di vicende che si susseguono tra loro.
Altra cosa che voglio farti notare, riguarda qualche ripetizione che ti è sfuggita. Sebbene in alcuni punti fosse palese, ai fini della trama, la necessità del ripersi di alcune parole, in altri credo che avresti potuto diversificarle per non creare un effetto disarmonico:
- «Sono qui per me, questa volta». Lui pensa a tutte le volte in cui lei, Potter e Weasley si sono presentati alla sua porta cercando ipotesi di complotto – Potter e la Granger scusandosi ogni volta, Weasley un po’ meno – e non trovandone mai. Pensa a quella volta, ormai quattro anni prima […] (-0,10 pt).
- Lei gli restituisce lo sguardo, senza sorprendersi minimamente e pronuncia l’unica parola in grado di farlo tentennare di fronte alle proprie medesime parole. […] Lui, che non s’aspettava quelle parole, trema ancora: non vede cicatrice, in quel racconto, dolore viscerale che s’aspettava di provare. Il Marchio brucia ancora, ma quello lo fa sempre, e non sono le parole ad alimentarne l’incendio – le parole di Hermione Granger, nonostante le sue più inconsce aspettative, non hanno lasciato alcun segno → ho notato che i termini “parola/e” e “manoscritto” si ripetessero molto all'interno del testo; mi rendo conto che per questi due lemmi sia difficile trovare un sinonimo soddisfacente, tuttavia nel periodo riportato credo che avresti potuto differenziare almeno qualche volta per evitare di ripeterti così tanto (-0,10 pt).
- Lei gli lancia un’occhiata severa e, per una frazione di secondo che gli cancella il sorriso dal volto, hanno di nuovo tredici anni e lei sta per tirargli uno schiaffo in pieno volto. Ha un’ombra piena di rancore che le sfregia il volto […] (-0,10 pt).
- Non le chiede di ripetere, non ne avrebbe la forza: così mormora quelle medesime parole, senza riuscire a comprenderne il significato. «Hai scelto me» mormora […] → la seconda volta avresti potuto usare il termine bisbiglia oppure sussurra (-0,10 pt).
- «Malfoy, pensi davvero che nasconderti in ufficio serva a farmi desistere?» Hermione guarda la porta chiusa, con poca sopportazione, e sospira. «Ti conviene aprire la porta di tua spontanea volontà, prima che decida di farla saltare». […] «Malfoy» ripete Hermione, bussando leggermente alla porta. «Conto fino a tre». Ma la porta rimane chiusa, così da costringerla a contare fino a cinque, dieci, venti e a trenta Hermione sfodera la bacchetta, aprendo la porta con un silenzioso Alohomora. (-0,10 pt).
- È inquietante, grossolanamente angosciante, il modo in cui le parole della Granger gli rimbombano nella testa, fondendosi con i suoi ricordi in un connubio indistinguibile. E, la cosa peggiore di tutto questo è che – anche se fatica ad ammetterlo persino con sé stesso – lo stile di scrittura di quella dannatissima donna gli ricorda in maniera inquietante (e squallida, squallida) quello di Asteria Greengrass → probabilmente in questo periodo il tuo ripetere la parola “inquietante” è stato voluto, ma personalmente ho trovato che stonasse lo stesso (-0,10 pt).
- Ma lei sorride, illuminata per l’ennesima volta da una luminosa comprensione che lui non le ha mai domandato […] → avresti per esempio potuto scrivere: […] illuminata per l'ennesima volta da una sfavillante/evidente/chiara/fulgida/brillante comprensione […] (-0,10 pt).

Passo ora a soffermarmi su una frase, l'ultima di questo pezzo riportato:

«Mi aspettavo qualcosa di meglio da te, Granger» risponde Malfoy, acido, aggrappandosi a quel plico di fogli spaiati come se ne dipendesse la sua stessa vita. «Non stai scrivendo niente che io non abbia mai letto». Silenziosamente, spera che lei ritiri il suo manoscritto e fugga via, a piagnucolare tra le braccia di Potter, ma non è così.
«Leggilo» sibila, semplicemente. «Aspetterò con ansia un tuo Gufo, per la prima revisione. Ma leggilo».

Lui sospira e silenziosamente ascolta i suoi pensieri scivolar via verso una resa che appare inevitabile, e serra le mani sul manoscritto […]

→ A quanto mi pare di aver capito, i pensieri che Malfoy ascolta scivolar via verso una resa che appare inevitabile, sono i pensieri di Draco stesso – sono arrivata a questa deduzione in quanto è Malfoy che si arrende inevitabilmente a Hermione e al suo manoscritto, sul quale serra poi le mani. Se la mia intuizione dovesse essere corretta (e ti prego eventualmente di scusarmi e correggermi se ho equivocato), trovo che il possessivo dell'ultima frase non sia utilizzato nella maniera giusta: scegliendo di usare la forma suo, il contesto è facilmente fraintendibile poiché si fatica a comprendere se Draco si riferisca ai pensieri di Hermione oppure ai propri. Ecco perché credo che sarebbe stato meglio se avessi utilizzato la forma possessiva proprio (-0,10 pt).

Voglio dirti cos'altro non mi è ben quadrano, sebbene non lo segnalerò come errore in quanto mi rendo conto che si tratta di scelte stilistiche soggettive che possono piacere come no:

- Quand’è che Hermione Granger s’è destata scoprendo che non esistono le favole, né belle né tantomeno brutte, e allora ha perso tutta la poeticità che Draco le ha sempre attribuito, di malavoglia, in ogni suo pensiero. Forse non è mai stata principessa, questo sì, ma ha sempre sognato il principe che le chiedesse di combattere al suo fianco e di fuggire via in quel posto dove va tutto meravigliosamente bene e non esistono le note stonate.

→ Non ho ben capito come mai tu abbia deciso di concludere la frase sottolineata con un punto fermo, quando a primo impatto, appena si comincia a leggere, si ha come l'impressione che si tratti di una domanda. Personalmente avrei gradito il punto interrogativo, ma ribadisco che si tratta di scelte soggettive.

Detto ciò, quello che invece ho apprezzato molto è stata una frase in particolare che hai ripetuto in più occasioni. Frase che fa riferimento a Draco e che è stata investita di un'importanza profonda e specifica ai fini della trama, specie se si prende in considerazione il contesto, associato sempre e comunque al manoscritto di Hermione:
- «Mi aspettavo qualcosa di meglio da te, Granger» risponde Malfoy, acido, aggrappandosi a quel plico di fogli spaiati come se ne dipendesse la sua stessa vita.
- Quando la rivede, Hermione Granger è inappuntabile come sempre, mentre lui freme e s’agita come se la sua opinione potesse veramente contare qualcosa, per lei: stringe tra le mani il manoscritto come se la sua vita potesse dipendere da quello e, allora, la Granger lo guarda incuriosita.
- Perché Draco Malfoy scuote il capo, e guarda quel manoscritto come se la sua stessa vita dipendesse da esso, con aria malinconica e un po’ rassegnata.

Attinenza al titolo: 5/5
Sarò sincera: mi aspettavo che questo titolo venisse sfruttato in maniera differente.
La cosa che forse mi ha un po' destabilizzata è stata la lunghezza della storia che, in qualche modo, ha fatto sì che i riferimenti al titolo si disperdessero nel testo. A una seconda lettura, volta esclusivamente a soddisfare questo parametro, ho individuato le parti interessate e destinato loro un'attenzione particolare, analizzandole prima da sole e successivamente nell'insieme del contesto e... wow, finalmente tutto mi è parso chiaro! Il Cuore di Tenebra di cui parli, è un cuore colmo di una miriade di sentimenti anneriti, disperati, insoddisfatti; un cuore pieno di grida soffocate, di amare consapevolezze chiare a Draco stesso, ad Astoria e infine persino a Hermione.
Direi che hai svolto un lavoro magistrale e meriti davvero i miei più sentiti complimenti!

Originalità: 5/5
Non c'è che dire, sicuramente si tratta di una storia originale!
Ciò che ho trovato originale, più che la dramione in sé, è stato tutto il contorno. Non ho mai letto, prima d'ora, una storia in cui fosse Astoria a lasciare Draco (soprattutto avvalendosi delle motivazioni della tua Grengrass); non ho mai letto una storia in cui ci fosse un Malfoy come il tuo, distrutto per l'abbandono subito da parte di una fidanzata che lui amava e che, al contrario, non lo ricambiava; non ho mai letto di un Draco che decide di aprire una casa editrice, che è alla ricerca della poesia così difficile da trovare per lui – specie dopo essere stato lasciato dall'unica nella quale l'avesse mai trovata. Ciò che non mi stupisce e che sicuramente è un elemento molto IC, è la scelta di Hermione di voler scrivere un libro narrante quelle specifiche tematiche; non mi sorprende più di tanto neanche la sua decisione finale di utilizzare la prima persona e scegliere, come protagonista, lo stesso Draco. Eppure, per quanto siano elementi canon che non mi meravigliano affatto, rimangono comunque originali poiché – ribadisco – mai prima di questo momento mi era capitato di leggere una storia simile.

Gradimento personale: 9/10

Ho apprezzato il tuo lavoro davvero molto, credimi.
A quanto mi pare di aver capito, tu sei un'autrice a cui piacciono tanto le dramione. Ti dirò: sei stata la prima a iscriversi al contest aggiudicandosi il titolo da me suggerito. Credevo (non so per quale motivo!) improntassi la storia su Bellatrix e Voldemort, ecco perché sono rimasta molto stupita nel constatare, poi, che si trattava di una Draco/Hermione. All'inizio avevo un po' paura... avevo paura che la tua dramione fosse una di quelle col lieto fine, cosa che non tanto amo poiché, a mio parere, una storia con questa coppia proprio non può avere l'happy ending – e ciò che mi fa parlare in questo modo, è il fatto che il tuo finale (almeno per come l'ho inteso io) è stato lasciato abbastanza aperto, in modo che il lettore potesse intenderlo un po' a proprio piacimento (poi magari sbaglio, ma la mia impressione è stata questa!). In seguito, leggendo, mi sono piacevolmente ricreduta: oltre all'originalità, ho amato davvero ogni singola riga. Ho amato il carattere poetico che hai attribuito all'intero testo, ho amato il dolore di Draco che trapela da ogni dove, l'affetto sbiadito di Astoria nei confronti del(l'ex) fidanzato, la tenerezza/compassione che in qualche modo Hermione prova nei confronti di Malfoy, e poi la determinazione di quest'ultima in merito al proprio manoscritto, il suo piazzare le tende nell'ufficio di Draco e i loro continui battibecchi, discussioni, scambi d'opinione e pensieri – a volte “superficiali” e altre abbastanza intimi. Ho adorato l'impronta IC di entrambi: erano Draco e Hermione così come abbiamo imparato a conoscerli, cresciuti sì, maturati, ma pur sempre loro. Soprattutto ho amato il tuo farli parlare, i termini che hai messo loro in bocca, la scelta di associare a uno stile così suggestivo dei vocaboli tanto distanti dalla poesia e che, tuttavia, non potevano essere più appropriati (per esempio: “«Vorrei dirti che mi dispiace per aver provocato Weasley, ma sarebbe una sonora cazzata»” oppure “«Pensavo fossi uno stronzo, Malfoy» risponde lei, con il medesimo tono. «E invece scopro che sei morbosamente attaccato alla poesia»”).
Davvero una storia bellissima, così pregna di angst che, nonostante la nota romantica, ha piacevolmente soddisfatto il mio animo alla continua ricerca del dramma!

→ Il nome della Grengrass ha subito un errore di trascrizione dal Time Magazine, il quale lo riportò come Astoria, sebbene nell'albero genealogico mostrato nel sito della Rowling compaia come Asteria. Il nome dato dal Time è poi diventato d'uso comune, ma, per quanto mi riguarda, entrambe le versioni sono corrette.


Tot: 38,09/40

[Modificato da Freya_Melyor 19/03/2021 13:32]
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