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[fanfiction] Il mio peggior nemico sono io

Ultimo Aggiornamento: 17/04/2021 23:28
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Post: 5.641
Giudice*****
19/03/2021 21:32
 
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8°posto
CatherineC94con: Contraccolpo
grammatica: 4.6/5

un feccia = una feccia
So, ovviamente, che si tratta di un errore di battitura, ma purtroppo quello che e risulta è il genere sbagliato
stile: 9.50/10
Uno stile, il tuo, molto allineato col fandom, e chi mi conosce sa quanto trovi questa scelta la più convincente. Si può divagare per il comico, rendere tutto molto ricco col barocco, ma la sensazione di pagina mancante dei libri è sempre da premiare. C’è anche qualche piccolissima pecca, ma sono solo formalità: vediamole subito. “Uomo” è una ripetizione – nelle due frasi finali – che credo sia non voluta, ma casuale. Era possibile usare persona, o un altro sinonimo (avrei cambiato il primo). Un’altra cosa che mi ha dato un pizzico di perplessità è stata la decisione di non mettere l’enfasi allo stesso modo alle coppie di parole, ma ad alcune sì ed altre no. Per esempio: “Arthur” e “feccia” – mi dissocio! ^^ - sono qui i due appellativi per lo stesso personaggio, oppure “polare” e “vergogna” che si oppongono (questa doppietta di parole è bellissima) perché la vergogna è bruciante ed esplicita. Invece altre volte la coppia è nella stessa drabble come – di nuovo – “polare e calore”, ma non c‘è lo stesso gioco nella seconda. Non è che non vada bene, ma poteva essere perfetto. Però tutto quello che funziona è molto, molto di più. C’è tanta amarezza in questa storia, grazie al linguaggio accurato, che riflette i sentimenti dei personaggi. Infatti hai leggermente virato di registro tra le due drabble. La prima è più cupa, grazie a un breve cenno vediamo anche un ambiente che possiamo percepire come raffinato e ricco, mentre nella seconda hai descritto gli abiti di seconda mano e oggetti vecchi. Sei riuscita a creare due voci ben differenziate per Lucius e Arthur, per quanto parlino poco, quando il narratore poteva semplicemente restare super partes. Invece ti sei immedesimata ma sei rimasta nel contempo una presenza incorporea, che non ha pesato troppo, calcando la mano con un terzo punto di vista. Il maggior numero di personaggi ti ha consentito di fare un gioco di rimbalzo più originale, anche se meno centrato, traslando le stesse emozioni (la vergogna e il senso di sconfitta) da una parte e dall’altra, come in una partita di tennis. Le frasi sono proporzionate; molte sono di media lunghezza, altre brevi o lunghe più o meno ugualmente nelle due drabble. C’è un leggero sottofondo dark, davvero nascosto; questa autoanalisi è spietata, e non si avverte alcuna forzatura; siamo troppo indietro perché si possa parlare di una resa dei conti, ma il lettore sente da quel punto non si torna indietro.
IC (di ambedue i personaggi): 10/10
In questo caso, l’IC da valutare è di quattro personaggi, non solo dei due che chiaramente sono i protagonisti assoluti… ma di questo parleremo nella voce successiva. Andando con ordine troviamo un Lucius in grande spolvero, uno che – in modo prematuro rispetto al momento della narrazione, ma non era vietato – comincia a scorgere in se stesso dei piccolissimi accenni di dubbio su quella che è la piega che ha dato alla sua esistenza. La sua fedeltà a Voldemort è innegabile, ma sarà dovuta ancora a vera convinzione? O è solo paura? A questo punto della storia quello che è davanti agli occhi di tutti sembra il primo caso, ma uno specchio non mente mai. L’espediente, la scena che hai scelto sono perfetti per consentirci di guardare più in profondità. Lui ha bisogno di ammirazione, e non la trova nella moglie, almeno non cieca come vorrebbe. Lei è critica, fredda, distaccata – quindi hai rispettato l’IC canonico creando un mix interessante – tutt’altro che fiera. Narcissa è il prototipo della gentildonna, e il suo consorte che si fa coinvolgere in una volgare zuffa non le va giù. C’è un’enorme fragilità raccontata con poche scarne parole in Lucius, in questo momento. La maschera si spezza, ma solo dentro, però è abbastanza perché lui non si riconosca. Hai azzardato, ma sei riuscita nel tuo intento. Arthur è ancora più particolare qui, perché vedere lui dopo un’esplosione di rabbia era la cosa meno probabile, tanto che questa scena nei film l’hanno ridotta quasi a niente. Ora è tornato se stesso; lui sì, non aveva niente da cambiare. Si sente poco valido rispetto all’amata moglie, ma non è vero, qui non ci sono maschere. L’unica cosa rotta è uno specchio concreto, non la sua anima. Il dispiacere non nasce da uno scontro con Molly, ma dal timore di deluderla, di non fare abbastanza. Lui a Lucius già non ci pensa più, è preso solo dalla famiglia. Un IC stellare, fammelo dire. Molly ha la lingua lunga, come quando sgrida i figli, ma lo fa solo per amore, non si può trovare rifiuto nella sua critica, solo apprensione. Questo IC brilla da un chilometro!
Resa dell’effetto “a specchio”: 5.25/10
Per iniziare, ripeto quello che ho detto a nove tuoi colleghi: come precisato nella presentazione prima della classifica, l’effetto richiesto non è stato creato, mi dispiace molto! Le drabble hanno due pov, ma sono consecutive. Passiamo quindi all’analisi della tua storia. C’è un dettaglio molto accattivante, cioè l’uso dell’oggetto specchio vero e proprio, che è un’ottima trovata! Cita il contest, ed è utilissimo per fare autoanalisi; inoltre è il primo esempio di uguale e opposto, perché è la stessa cosa, ma uno è ricco, l’altro rotto. In questo caso “rotto” va benissimo, in senso lato, per dire “povero”, che sarebbe un po’ assurdo come aggettivo. I tuoi personaggi alla fine traggono la stessa conclusione: in quell’immagine riflessa non si riconoscono affatto. Ci sono però dei dettagli che – al di là di quanto già detto – non sono proprio “Pov a specchio”. Lucius in realtà aveva iniziato bene, perché ha riconosciuto del coraggio in Arthur, caratteristica positiva che probabilmente associa più a sé. Ma Arthur non ha replicato: non ha visto la stessa cosa né in sé, né in Lucius. Insomma, loro due non mi hanno dato tantissimo l’idea di considerarsi nemici ma estremamente simili. Quello in cui lo sono stati è aver deluso le rispettive consorti, questo sì, ma è qualcosa di indiretto. Inoltre aggiungere altri due personaggi è stato un grosso rischio, perché allora anche loro avrebbero dovuto avere azioni parallele. La scelta dei protagonisti è fantastica, perché ambedue vivono per portare avanti la loro famiglia; sarebbe bastato che pensassero di più uno all’altro, e qualche passaggio più simile, come – puramente ad esempio – un finale dove anche Molly esce dalla stanza, e Arthur le dice qualcosa.
titolo: 3/3
Il titolo di una sola parola, ovviamente, o la va o la spacca! E in questo caso è riuscito. Scarno ed essenziale, non anticipa un granché di quello che ci potremmo aspettare, ma appena inizia la lettura – e si fa presto in una doppia drabble – ci capisce quanto sia bello e adeguato. Il contraccolpo c’è e su più piani di interpretazione. C’è quello concreto, per partire: è la scena successiva a una volenza fisica, quindi è come dire che a freddo si sente il dolore. C’è la ripercussione interiore: ognuno dei due contendenti si specchia e vede qualcosa che non accetta di sé. E c’è la reazione delle rispettive consorti che, per diversi motivi, non approvano e fanno sentire l’altro inadeguato. È come dire che hai lanciato un sasso che ha creato tanti cerchi nell’acqua… veramente bello.
gradimento generale: 2/2
La storia è bellissima, e anche se ha ovviamente perso del punteggio tecnico a me piace com’è. La vita di questi maghi – uomini – è così differente, eppure è soggetta, in qualche modo, alle stesse leggi. Hai scelto una coppia originale, e hai trattato i personaggi con molta sensibilità, la tua scrittura è stata coinvolgente.
totale: 34.35/40

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