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[fanfiction e originali] Let's Cliché!

Ultimo Aggiornamento: 08/06/2021 12:34
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Post: 858
Giudice*****
28/05/2021 12:00
 
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Re:
thors (ethors), 27/05/2021 10:24:

Ciao Vintage,

Dunque, dopo la valutazione, ho cercato di tenere bene a mente questa correzione sull'uso dell'avverbio "ora":


[…] gli sembrò scortese impicciarsi ora […] Ora è un avverbio che viene generalmente usato coi tempi del presente o del passato prossimo, comunque un’azione recente. Essendo il testo nel passato remoto, sarebbe stato più opportuno utilizzare la perifrasi in quell’istante, in quel momento. -0.10



Per quanto l'interpretazione che fornisci sia confermata in pieno dal dizionario Treccani, come umile scrittore trovo veramente seccante non poter usare questa parola con il tempo remoto.

Così ho ampliato l'indagine su google libri:


(Il giardino dell'Eden - Ernest Hemingway)
Lui seppe ora, più che mai, perché aveva sempre rinviato il momento...




(La vocazione teatrale di Wilhelm Meister - Johann Wolfgang Goethe)
Si seppe ora che il comandante le aveva fatto presente l'opportunità...




(Trilogia romantica - Giovanni Verga)
A lui sembrò ora certo che la banda dei Carbonari guidata da Corrado fosse...



Ora mi domando per semplice curiosità: se rifacessi questa scelta stilistica in un contest futuro, muteresti il tuo metro di giudizio, o segneresti comunque come errore?

Ciao!




Ciao thors, perdona il ritardo!
Questo è un argomento piuttosto interessante da trattare, ed in quanto grammatista tenterò di risponderti in maniera sufficientemente esaustiva - se così non dovesse essere, mi scuso in anticipo -, almeno per quanto riguarda le mie posizioni.

Dal punto di vista grammaticale, la lingua italiana in merito all'uso degli avverbi risulta essere piuttosto flessibile, ma presenta dei punti irrisolti, come in questo caso.

L'avverbio ora, in questo senso, è - secondo la grammatica odierna - scorretto impiegarlo al passato remoto, cioè col tempo dell'azione ormai conclusa - come giustamente hai notato.

Premettendo che i tuoi esempi sono tutti perfettamente calzanti con il suo utilizzo accordato al passato remoto - sebbene Hemingway e Goethe siano, in realtà, tradotti -, in base a questo si dovrebbe generalmente accettare altre inesattezze che, pur nell'imprecisione grammaticale odierna, costituiscono una sorta di routine letteraria.
In altre parole questo argomento ricade nella disputa tra grammatica e tradizione letteraria.

Per farti un esempio, ma però, che è forse il caso su cui si è più discusso, ha valore solamente a livello informale e nel contesto parlato, ma viene considerato un errore grammaticale in ambito narrativo o saggistico (a meno che, ovviamente, non si trovi in sequenze dialogate che simulano il parlato).
Eppure, secondo la tradizione letteraria italiana, sono molti e influenti gli autori che ne fanno largo utilizzo - per citarne alcuni, Manzoni (Ma però c'era abbondantemente da fare una mangiatina), Svevo (Ma però non capisco perché, verso la chiusa, abbiate voluto scandire quelle note che il Bach segnò legate), lo stesso Dante (ma però di levarsi era neente), e altri autori come Tasso, Alfieri, e via discorrendo.
Questo è accaduto perché la grammatica italiana ha definito solo in tempi recenti questo costrutto come erroneo.

La controversia in merito alla domanda generale "ma se lo scrive Dante, o chi per lui, posso farlo anche io?" non è ancora ben definita, perciò credo che sia giusto che ognuno abbia la propria opinione in merito - sia i grammatisti, sia i tradizionalisti letterari.
Per quanto mi riguarda, a meno che non si sfondi nell'ambito poetico o del madrigalismo, io cerco di seguire le linee guida della grammatica moderna, pur non demolendo l'idea che, in passato, una certa locuzione potesse essere accettata.
Ci tengo a specificare che non è una costrizione, e di certo non penalizzerei mai un errore simile in maniera pesante, proprio perché è una sottigliezza grammaticale. Tuttavia, e mi considero piuttosto pedante in merito, se c'è, la noto.

Per cui, rispondendo infine alla tua domanda, dopo questo decisamente poco interessante canovaccio sulla mia idea di grammatica, la risposta è sì, lo penalizzerei comunque, a meno che non vi siano delle particolarità all'interno della narrazione (come un narratore interno o esterno che non sia onnisciente e tutte le variabili del caso, su cui non mi soffermo visto che immagino di averti tediato già abbastanza).

Mi rendo conto di essere pesante e capirei la tua differenza di posizione in merito - la letteratura, in fondo, è anche confronto tra autori, perciò sono stata molto contenta di questo tuo intervento.
Spero di risentirti presto!
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